Niente libertà per Toti, la giudice rigetta l’istanza di revoca degli arresti domiciliari con nuove intercettazioni: “Può corrompere ancora in vista delle regionali 2025 e inquinare le prove”. Il governatore farà appello al Riesame

Niente libertà per Toti, la giudice rigetta l’istanza di revoca degli arresti domiciliari con nuove intercettazioni: “Può corrompere ancora in vista delle regionali 2025 e inquinare le prove”. Il governatore farà appello al Riesame

Niente libertà per Toti, la giudice rigetta l’istanza di revoca degli arresti domiciliari con nuove intercettazioni: “Può corrompere ancora in vista delle regionali 2025 e inquinare le prove”. Il governatore farà appello al Riesame



La giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni ha deciso: Giovanni Toti deve restare agli arresti domiciliari. Un verdetto nell’aria, sul quale ha avuto peso anche il parere negativo dei pm Luca Monteverde e Federico Manotti.

Nell’ordinanza di rigetto, la Gip spiega come sussista sia il rischio di reiterazione del reato, sia di inquinamento probatorio. A proposito del primo, «a differenza di quanto sostenuto dalla difesa, il fatto che ormai si siano svolte le competizioni elettorali europee dell’8 e 9 giugno 2024 non comporta il venire meno il pericolo di reiterazione di analoghe condotte criminose».

Le cene di finanziamento

La giudice cita un episodio specifico, l’happening dello scorso 14 aprile a Villa Lo Zerbino, tre settimane prima degli arresti, «una cena elettorale di raccolta fondi a beneficio del Comitato Toti Liguria, in vista delle prossime elezioni regionali del 2025». In previsione di quella cena, dopo un incontro a Monte Carlo con Aldo Spinelli del marzo passato, Toti chattava con la responsabile della sua segreteria, Marcella Mirafiori.

Scrive la Gip: «Particolarmente significativo è il fatto che, nel corso della predetta conversazione Toti – evidentemente sulla base di preventivi accordi sempre con lo Spinelli – faceva riferimento ad una somma che avrebbe ricevuto da Spinelli, ulteriore rispetto a quella “ufficiale” della partecipazione alla cena elettorale – “Spinelli mi ha detto che fa 10 posti. Poi il resto… ci aggiustiamo” – utilizzando un’espressione (“resto”) di frequente usata sia da Toti che da Spinelli per fare riferimento, in modo allusivo, alle utilità oggetto degli accordi corruttivi».

Pericolo di reiterazione in vista delle regionali 2025

Dunque «è evidente, anche alla luce dei recenti sviluppi investigativi, la permanenza del pericolo che l’indagato possa reiterare analoghe condotte – peraltro ritenute pienamente legittime e corrette dal predetto – in vista delle prossime competizioni elettorali regionali del 2025 (o di ulteriori eventuali competizioni elettorali), per le quali il predetto aveva, peraltro, già iniziato la relativa raccolta di fondi. Tale pericolo si configura vieppiù concreto ove si consideri che il predetto continua tuttora a rivestire le medesime funzioni e le cariche pubblicistiche, con conseguente possibilità che le stesse vengano nuovamente messe al servizio di interessi privati in cambio di finanziamenti».

Possibili pressioni sui funzionari della Regione

Per quanto riguarda invece il rischio di inquinamento probatorio, «tenuto conto della particolare fase del procedimento, in cui le indagini sono in pieno svolgimento e, in particolare, sono in corso le audizioni di funzionari e dirigenti della Regione Liguria a conoscenza dei fatti per cui si procede, i quali ben potrebbero subire dall’indagato condizionamenti o pressioni per rendere una conveniente ricostruzione degli eventi. Tale rischio si profila, chiaramente, in modo particolarmente elevato ove l’indagato riprenda l’esercizio delle funzioni svolte».

Il governatore dal canto suo non ha negato alcun fatto per cui è accusato di corruzione, ma ne ha rivendicato la legittimità e ha evidenziato di aver agito in un modo trasparente sempre orientato al bene pubblico: «Ogni euro incassato ha avuto una destinazione politica. Nessun contributo ha prodotto arricchimento o utilità personale a me, agli altri appartenenti al mio partito o a terzi privati. Non mi sono mai sentito debitore nei confronti di chi ha contribuito alla mia iniziativa politica».

Una ricostruzione che si scontra in maniera totale con quanto invece sostengono i pm Luca Monteverde e Federico Manotti, che lo accusano anche di voto di scambio.

Il ricorso al Riesame e i tempi

Toti la prossima settimana farà appello al tribunale del Riesame. I tempi stavolta non saranno brevi, passerà qualche settimana prima che venga fissata l’udienza. Vuol dire che almeno un altro mese il presidente dovrà passarlo ai domiciliari, sempre che nel frattempo non decida di dimettersi da presidente della Regione.

La difesa: E’ un indagato considerato pericoloso all’infinito

«Nell’ordinanza ci sono delle contraddizioni – ha spiegato il legale Stefano Savi – si ripetono cose già dette. Poi sul motivo della pericolosità passa questa idea che chi è indagato, indagato e non condannato, per un reato sia pericoloso quasi all’infinito. Vorrei capire quanto dura la pericolosità tenuto conto che nella decisione si fa addirittura riferimento a possibili elezioni del 2025».



LEGGI TUTTO

[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-06-14 14:25:33 ,genova.repubblica.it

Previous Il presidente del Milan Club Berlino: “Noi e gli interisti uniti ma divisi. Qui ogni tifoseria ha il suo pub per seguire l’Italia” – Calcio

Leave Your Comment